IO SONO FUORI
Palazzo Magnani, sede in questo periodo della mostra “L’arte in gioco” dedicata a Jean Dubuffet, ha visto l’ inaugurazione, al proprio interno, della Project Room, uno spazio voluto da Reggio Emilia Città Senza Barriere e da Palazzo Magnani, per ospitare i laboratori di Art Factory 33.
La Project Room è uno spazio piacevolmente arredato grazie al contributo della falegnameria del carcere, utilizzando volutamente materiali “poveri” e di riciclo, per allestire supporti atti ad ospitare la mostra “Io sono fuori”, composta da piccole e mai banali opere d’ arte realizzate dai ragazzi e ragazze fragili del progetto Art Factory.
C’è chi dipinge girasoli che si sente dentro, chi si reinventa e mette nero su bianco il proprio autoritratto, chi disegna cartoni esistenti e ne inventa dei propri, chi colleziona tutto nel suo taccuino e lo mostra illustrando ciò che ogni disegno esprime.
IO SONO FUORI è l’attualizzazione e la concretizzazione dello spirito di Dubuffet, vivo più che mai in questi fantastici ragazzi.
E’ il provocatorio titolo d’ una mostra d’arte che mette al centro la disarmante bellezza della spontaneità, d’ una mostra che vuol essere un atto di coraggio, di sfida ai canoni predefiniti della pittura, per valorizzare l’ unicità di piccole opere di ragazzi cosiddetti fragili, che qui manifestano, tramite la libera espressione artistica, la propria forza interiore, il coraggio di misurarsi con il giudizio altrui, la volontà di essere attori, e non solo spettatori, di un momento importante per la vita culturale della città.
Presentare ad un pubblico le proprie produzioni artistiche diventa una sfida alla subalternità, un’ affermazione unica di autostima, la convinzione di avere qualcosa da dire di personale anche in un campo prima poco esplorato, significa, e questo è l’ elemento più importante, sentirsi parte attiva d’ una città che cerca, attraverso le più varie modalità, di abbattere barriere mentali prima che fisiche.
E saranno proprio loro, quei ragazzi e ragazze “fragili”, esperti d’ arte e capaci di comunicare e condividere esperienze, emozioni, sogni, ad intrattenere e coinvolgere chiunque, intenda “mettersi in gioco” attraverso l’ arte, sperimentando tecniche, colori, contenuti, per percorrere strade mai esplorate e che riusciranno a catturare l’ essenza di ognuno.
I ragazzi hanno raccontato ai visitatori le proprie opere, motivandone contenuti, colori, forme, con un linguaggio semplice ma efficace, espressione d’ una profonda convinzione di essere riusciti a “ben fare” e quindi orgogliosi di mostrare i prodotti della propria creazione artistica ad un pubblico sensibile e capace di comprenderne il valore.
Nella Project Room tutto parla di condivisione d’ intenti, di impegno partecipativo, di attenzione ai bisogni delle persone più fragili, in una cornice giocosa, fatta di ritratti ed autoritratti, di immagini di animali e di poetici fiori, di taccuini dalle pagine ricche di poesie e disegni variopinti, di illustrazioni, soprattutto di persone, coinvolte in questo progetto di Art Factory, che saprà offrire loro, attraverso l’ arte, opportunità nuove ed insperate in un contesto di operosa bellezza.