Piante & Piantine
“Se lancerai bene le bombe di semi che hai trovato dentro la scatola e sarai capace di aspettare tre settimane, vedrai crescere proprio nel punto che deciderai tantissimi fiori, tutti diversi e colorati. Possiamo fare ben due esplorazioni. Una là fuori e una qui dentro. La scatola che hai ricevuto non buttarla via, mi raccomando, tu non ci crederai ma è importantissima. È una cosa unica, fatta a mano solo per te. Con rispetto, cura e affetto. Io sono un artista e questo so fare. È lo strumento per esplorare la tua casa”.
Questo pensiero dell’artista Emanuele Sferruzza Moszkowicz, in arte Hu-Be, accompagna 200 scatoline da lui dipinte, una a una, che hanno ricevuto e riceveranno nei prossimi giorni altrettanti frequentatori dei centri socio-occupazionali Nessuno Escluso, Cto, I Lab, e di Sil e Progetti Collettivi riaperti dalla settimana scorsa ad attività in presenza, dopo la fase acuta della pandemia.
Un’opera d’arte interattiva che nasce dall’incontro di anime, vite, visioni ed esperienze di mondi in apparenza lontani . L’artista ha dialogato e creato con e grazie ai frequentatori dei centri socio occupazionali. Un percorso di ascolto di stati d’animo e aspirazioni, che ha portato specialmente durante lockdown allo sviluppo di legami dai quali è nata la produzione artista e l’invito ad avere un ruolo attivo e creativo, un’azione per allontanare la pigrizia che l’isolamento porta con sé.
Oggi le stesse persone che frequentano questi luoghi presentano la produzione creativa insieme con lo stesso Hu-Be, l’assessora a Cultura e Progetto Reggio Emilia città senza barriere Annalisa Rabitti e Il direttore del Consorzio Oscar Romero Beniamino Ferroni.
Ogni scatolina, diversa da tutte le altre, è una pièce unique, con un disegno a mano libera unico e originale dell’artista. Una piccola, ma autentica, opera d’arte. Un oggetto per contribuire al rinascere di relazioni – delle persone fra loro e di ogni persona con i luoghi fisici – e per stimolare la fantasia, dopo la ‘grande chiusura’.
Piante & Piantine è il titolo del progetto. Nato da un’idea di Emanuele Sferruzza Moszkowicz con l’obiettivo di stimolare nelle persone con disabilità che frequentano i laboratori socio-occupazionali esperienze ed immaginari diversi, che prendono forma attraverso un disegno realizzato, da Hu-Be, e da realizzare, da chi riceve il dono, su una piccola scatola.
La scatola d’artista, all’apparenza mero contenitore di palline di argilla e semi da lanciare ovvero seminare in un luogo prescelto, è un’opera d’arte con la quale interagire: una volta aperte tutte le sue facce, diventa una base per realizzare il disegno della propria casa. L’artista invita, infatti, chi l’ha ricevuta in dono ad aprirsi a un’esperienza di esplorazione, anzi a due: “là fuori”, nei parchi, nei giardini, nei prati o semplicemente in un vaso, alla ricerca del posto giusto dove lanciare la bomba di semi; “qui dentro”, cioè negli spazi domestici, per conoscerli, apprezzarli, migliorarli.
“Trova la tua sala, la cucina, la camera dove dormi nelle quattro facce rettangolari della scatola e disegnale! Scoprirai un sacco di cose! Quali sono le cose importanti per te?” è l’invito di Hu-Be, con una promessa: “Se farai questa esplorazione domestica ti prometto che la tua casa ti piacerà molto di più! Fidati di me, sarà molto divertente!”.
L’osservazione prima, la rappresentazione poi, dei luoghi familiari favoriscono la scoperta, il desiderio di cambiare lo status quo, come la disposizione di ambienti e oggetti dell’abitare quotidiano, la messa in discussione della routine esistente. Un riscontro esteriore e interiore nell’intimità delle proprie case. Queste esplorazioni, suggerite da un disegno da realizzare con le proprie mani, contribuiscono a sviluppare abilità concettuali, creative e manuali, grazie all’integrazione tra immaginazione e pratica con lo scopo di realizzare un’opera ‘immersiva’.
“Dopo un lungo periodo di permanenza tra le mura delle proprie abitazioni, che hanno arginato paure e fragilità – spiegano gli operatori dei servizi socio-occupazionali – questo progetto accompagna la graduale riconquista della quotidianità precedente all’emergenza Covid. Le fatiche a scorgere la normalità sono ancora tante, specialmente per le persone con disabilità, e questo progetto in cui arte e fragilità si rincontrano e fanno cose insieme vuole essere un segno dell’attivazione nella ripartenza.
Un invito a prendersi del tempo, a riconoscere la bellezza dei piccoli gesti, ad accorgersi del miracolo della natura, dalla delicatezza di un seme allo splendore della fioritura. Un invito che sottende un messaggio importante: arricchire il mondo con la propria azione, seppur semplice, è la ripartenza possibile”.
L’ultimo invito dell’artista? “Fai una foto del tuo disegno e invialo a: info@cittasenzabarriere.re.it”.
L’iniziativa è realizzata grazie alla collaborazione fra Comune di Reggio Emilia – Progetti Reggio Emilia città senza barriere e La cultura non starà al suo posto – e B. Diritto alla Bellezza, Consorzio Oscar Romero, La Polveriera, cooperativa L’Ovile, cooperativa Coress e K-Lab.
Queste alcune immagini della conferenza stampa dedicata al progetto realizzata in data 30 Giugno 2020.
Di seguito alcune immagini dell’artista all’opera e delle scatole realizzate e donate.
Di seguito alcune immagini dei ragazzi al lavoro nell’aprire le proprie scatoline, piantare i semi nell’attesa di ciò che nascerà per prendersene cura, disegnare la propria idea di casa accogliente in questa simbolica opera artistica.